mercoledì 10 luglio 2013

ORA TOCCA A VOI :

Post scritto da Simona

LIBERADIPENDENZA

 Mettete in uno shaker le sferzanti malie esalate dalle chitarre di Marcello Carbone, Angelo Messore (o, all'occorrenza, Giovanni Nisi) e Francesco Punzi; le vibrazioni suadenti del basso di Franco Speciale (o all'occorrenza, di Walter Di Stefano o, ancora, di Amedeo Lippolis); il ritmo incandescente della batteria di Marco Leva (o, all'occorenza, di Gianni Battista), il tutto abbondantemente irrorato dalla carezza ruvida della voce di Andrea Lupoli e otterrete i Libera nos a malo: un cocktail formidabile!
Quando, quattro anni or sono, li ascoltai la prima volta, non immaginavo che sarebbero diventati la mia futura forma di dipendenza. No, non fate quelle facce, è così!
Vai ad ascoltarli per caso o perché ti piace Luciano Ligabue... magari scettico, magari curioso... oppure perché, pur non essendo propriamente fan del rocker emiliano, alla fine le sue canzoni si conoscono. Qualsiasi sia il motivo che ha spinto ad andarli ad ascoltare si rimane intrappolati in una 
strana rete fatta di coinvolgente energia. Energia data, sicuramente, dalla musica suonata ad altissimo livello e dalla perfetta aderenza al modello di riferimento che rende le canzoni immediatamente riconoscibili, pronte a trascinare chi ascolta facendo scattare l'istinto a canticchiarle. Ma non è solo questione di musica, l'energia arriva dai quei sei ragazzi (o uomini, chiamateli come volete, per me sono ragazzi) sul palco che si divertono, dai rapporti che senti correre fra loro, dall'inseguirsi degli sguardi di intesa che si scambiano, assieme ai sorrisi soddisfatti, per un pezzo ben riuscito. Ciò che accade mentre si esibiscono è speciale, lo senti... è nell'aria e ti lasci travolgere e coinvolgere al punto da chiederti se Ligabue non sia stato solo un pretesto, un punto di partenza per poter godere di quella trasmigrazione di energia. Energia emotiva che viene da loro, da ciò che sono e da come si pongono.
Quando, alla fine le luci si spengono e il diapason dell'aria fa sfumare l'ultima nota, li vedi scambiarsi abbracci, pacche sulla spalla, sorrisi. Ed eccoli smontare le attrezzature, pronti a rimontarle l'indomani (o quando sarà) e ricominciare.
E tu, sai che vorrai esserci.
Ancora.
Con loro.

LiberaDipendenza!

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